Prove su aggregati naturali
(per la marcatura CE)
Le otto le categorie di aggregati individuate dai D.M. 11/04/2007 e D.M. 16/11/2009 devono essere soggette obbligatoriamente alla marcatura CE per poter essere immesse regolarmente sul mercato.
Nei decreti vengono indicate le tipologie di prova di riferimento per la redazione dei modelli ZA dei prodotti (comunemente note come schede CE). Queste ultime riportano i valori dei parametri tecnici che il produttore deve fornire ai possibili utilizzatori secondo quanto stabilito dalla Legge.
La denominazione standardizzata delle categorie ne definisce l’uso, e ciascun prodotto dovrà essere controllato sulla base di quanto definito nella relativa norma di riferimento.
- Aggregati per Calcestruzzo - UNI EN 12620 (D.M. 11/04/2007)
- Aggregati per Malta - UNI EN 13139 (D.M. 11/04/2007)
- Aggregati per conglomerati bituminosi e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico - UNI EN 13043 (D.M. 16/11/2009)
- Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade - UNI EN 13042 (D.M. 11/04/2007)
- Aggregati grossi per opere idrauliche (Armourstone) - UNI EN 13383-1 (D.M. 11/04/2007)
- Aggregati leggeri per Calcestruzzo, malta e malta per iniezione - UNI EN 13055-1 (D.M. 11/04/2007)
- Aggregati leggeri per miscele bituminose e trattamenti superficiali e per applicazioni legate e non legate - UNI EN 13055-2 (D.M. 16/11/2009)
- Aggregati per massicciate ferroviarie - UNI EN 13450 (D.M. 11/04/2007)
Il concetto di marcatura CE si basa sul controllo della produzione in fabbrica (CPF) e la legislazione vigente prevede due sistemi di attestazione del CPF denominati “4” e “2+”. Il primo prevede l’autocertificazione del CPF, mentre il secondo prevede la certificazione da parte di un Ente autorizzato. In ogni caso, per entrambi i sistemi, le norme prevedono prove iniziali e prove di controllo annuali, la cui frequenza dipende dalla produttività e dalla conformità del prodotto.
I D.M. 11/04/2007 e 16/11/2009 definiscono in maniera puntuale quali caratteristiche debbano essere controllate e dichiarate ed eventualmente quali possano essere omesse.
Riguardo le frequenze di prova si dovrà comunque e sempre far riferimento alle relative norme armonizzate specifiche per ciascun uso.
Le prove di Laboratorio e la consulenza
Il Laboratorio PANGEO, autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, effettua prove ufficiali per il controllo della conformità dei materiali da costruzione per Enti e Pubbliche Amministrazioni, così come previsto dal D.M. 14/02/2008 (Norme Tecniche sulle Costruzioni).
Per le attività produttive del settore il laboratorio esegue le determinazioni che consentono di qualificare gli aggregati naturali secondo i D.M. 11/04/2007 e D.M. 16/11/2009 e supporta le aziende nel proprio CPF, eseguendo prove sugli aggregati secondo le metodologie descritte dalle norme armonizzate europee. Effettua inoltre prove e controlli finalizzati alle specifiche esigenze del cliente per il miglioramento della produzione corrente o lo studio di nuovi prodotti.
Quale ausilio a tecnici e responsabili del CPF, vengono proposte di seguito una serie di tabelle comparative che a fronte di quanto previsto dalle norme, elencano le prove che il laboratorio è in grado di effettuare unitamente alle specifiche tecniche di riferimento.
Principali prove e determinazioni
- Determinazione della massa volumica dei granuli e dell’assorbimento d’acqua - UNI EN 1097-6
La massa volumica dei granuli è calcolata a partire dal rapporto tra massa e volume. La massa è determinata mediante pesata della porzione di prova nelle condizioni di saturazione a superficie asciutta e anche dopo nelle condizioni di essiccazione in stufa. Il volume è determinato a partire dalla massa dell’acqua spostata, sia mediante determinazione della riduzione della massa immersa in acqua con il metodo del cestello a rete, sia mediante pesata diretta con il metodo picnometrico.
- Determinazione del valore di abrasione (AAV) UNI EN 1097-8 app. A
Da una porzione di prova si selezionano due provini. I granuli selezionati sono orientati, quindi incorporati nella resina e fissati a contatto con una mola a rotazione orizzontale. I provini sono caricati e un aggregato abrasivo fine (sabbia) è alimentato in continuo attraverso le superfici di contatto del provino e della mola per un numero di giri prestabilito. L’AAV è determinato in base alle differenze di massa dei provini prima e dopo l’abrasione.
- Determinazione della resistenza all’usura mediante prova Micro Deval - UNI EN 1097-1
La prova consiste nel misurare l’usura prodotta in condizioni definite dalla frizione tra aggregati e carica abrasiva all’interno di un tamburo rotante riempito di acqua. Al termine della rotazione la percentuale trattenuta sullo staccio da 1,6 mm viene utilizzata per calcolare il coefficiente micro-Deval. Minore è il valore del coefficiente micro-Deval, migliore è la resistenza all’usura.
- Determinazione del valore di levigabilità (PSV) - UNI EN 1097-8
Il PSV è una misura che fornisce la misura della resistenza di un aggregato grosso all’azione levigante dei pneumatici dei veicoli in condizioni analoghe a quelle che si riscontrano sul manto stradale. La prova si suddivide in due fasi:
1) i provini sono sottoposti all’azione levigante di una macchina per levigabilità accelerata;
2) lo stato di levigatura raggiunto da ciascun provino è misurato mediante una prova di attrito.
Dalle determinazioni di attrito ottenute è quindi calcolato il PSV.
- Determinazione della resistenza alla frammentazione mediante prova Los Angeles - UNI EN 1097-2
In un cilindro rotante viene fatto rotolare un campione di aggregato insieme ad un certo numero di sfere di acciaio. Completata la rotazione, viene determinata la quantità di materiale trattenuta da uno staccio con luce di maglia di 1,6 mm.